In Trentino un'orsa gigante in legno racconta l'equilibrio tra uomo e natura

Per costruirlo l'artista Marco Martalar ha utilizzato duemila pezzi di radice di larice, dando una nuova vita - fortemente simbolica - agli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia, che nella notte tra il 28 e il 29 ottobre del 2018 creò danni consistenti nei boschi del Trentino, sradicando - secondo le stime più accreditate - 14 milioni di alberi nel Nord-Est italiano.
L'Orsa di Pradel, una scultura che simboleggia l'auspicata riconnessione tra uomo e natura, è stata inaugurata il 15 settembre a Molveno, tra le ombre millenarie delle Dolomiti di Brenta, a 1500 metri di altitudine. Un maestoso guardiano di legno - alto 6 metri per 8 di lunghezza, dimensioni che lo rendono unico al mondo - che rappresenta un esempio straordinario di land art, nata dalla collaborazione tra l’amministrazione comunale di Molveno e la Società Funivie Pradel.

Marco Martalar è uno scultore che ha più volte tratto ispirazione artistica dai boschi e dalla forte natura dell’Altopiano di Asiago, dove vive e lavora. “Sono un uomo dei boschi. - ha raccontato - Dopo Vaia mi sono ritrovato a camminare tra le mie montagne e a incontrare ad ogni passo alberi divelti, radici scoperte". Ma il comprensibile sconforto si è trasformato in ispirazione, dando vita a immaginifici draghi, leoni alati e cervi.

Una foto di Nicola Bizzotto, legata a un'altra scultura di Martalar, è sul numero 2 di Grand Tour.
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